Alle 18:02, martedì 30 settembre 2003, Alessandro Astarita ha scritto: > Alle 22:52, lunedì 29 settembre 2003, Andrea Celli ha scritto: > > Il punto essenziale dello sviluppo a "bazar" di Linux è la > > capacità di collaborare ad un livello sostanzialmente paritetico > > tra molte persone. Quando si sviluppa un software ci si incontra su > > una ML. Qualcuno propone una patch o qualcos'altro. > > Tutti ne discutono, tutti la compilano e la testano, decidono > > se vada implementa o elaborano nuove soluzioni ... > > Però, ognuno è responsabile di ogni device driver, di ogni subsystem e > di ogni architettura supportata. Nel momento in cui qualcuno propone > una modifica viene subito indirizzato al maintainer di quel determinato > sottosistema. Non accade mai che dopo N giorni di inattività il > responsabile viene "spodestato" dal suo progetto. ;-) > Tutte le volte che è accaduto un "passaggio di testimone" è il > maintainer stesso che lo ha deciso inviando un mail in lista. Sono assolutamente d'accordo con Alessandro. Il modello a "bazar" utilizzato anche in KDE non è assolutamente la totale anarchia. Anzi il nostro sistema di assegnazione delle traduzioni ricalca in modo molto fedele il modello di sviluppo di KDE. COme dice alessandro esiste il ruolo del maintainer ed ogni modifca viene fatta solo dal maintainer a meno che non ci sia un'implicita autorizzazione nei confronti di qualcuno (es. Stephan Kulow può fare qul che vuole ai Makeile). Rispondendo a quanto obiettato da Daniele nell'ultima mail, *ci sono* dei motivi per tenere un file assegnato ad una persona anche se non traduce in quel momento (e in quel momento non c'è urgenza di traduzione): il maintainer di un file .po di solito conosce bene il contesto, sa come ha tradotto precedentemente determinati termini e soprattutto capisce più facilmente a cosa si riferiscono i messaggi evitando di prendere clamorosi abbagli. Infatti il nostro lavoro consiste anche nel *capire* cosa stiamo traducendo non solo nel fornire una traduzione di un messaggio che sembri corretta. > > A mio parere, il metodo di lavoro che stiamo seguendo da svariati anni a > questa parte nella localizzazione italiana di KDE, mi sembra che > coincida abbastanza con quello di Linux e degli altri progetti open > source. Tra cui lo sviluppo di KDE. > Poi tu dici: "è molto raro che si apra una discussione in lista su come > tradurre qualcosa". Non mi sembra assolutamente vero questo. Concordo, credo che siamo uno dei pochi team ad avere una lista così affollata (di persone e di messaggi). Ciao Andrea _______________________________________________ Traduzioni di KDE in italiano: http://i18n.kde.org/teams/it http://mail.kde.org/mailman/listinfo/kde-i18n-it